I Greci della Bovesia: la letteratura

Di Salvatore Guarna


Innanzitutto, cos’è il Greco di Calabria?

Il Greco di Calabria, conosciuto anche come Grecanico o dialetto greco-calabro, è una lingua diffusa in alcuni territori della provincia di Reggio Calabria. Essa rappresenta una delle due lingue minoritarie appartenenti alla minoranza linguistica greca d’Italia (l’altra è il greco salentino).

Questa lingua era parlata in quasi tutta la Calabria meridionale fino al XVI secolo, quando fu gradualmente sostituita dal dialetto romanzo (che comunque presenta influenze del greco calabro). Il greco-calabro ha dei punti in comune con il neogreco e, ad oggi, è considerata come una lingua a rischio di estinzione dall’UNESCO e dall’Unione Europea.

Nonostante sia una lingua molto antica, solo dopo gli anni Settanta è possibile rintracciare delle composizioni in grecanico (precedentemente alla lingua non era riconosciuto un valore culturale e linguistico). I versi, in rima baciata o alternata, erano composti utilizzando la grafia latina e le prime produzioni furono di studenti di Gallicianò e Roghudi. I temi dei poeti e degli scrittori grecanici ruotano attorno al passato: canti di un mondo perso, memorie e ricordi.

La struttura dei canti è simile a quella siciliana: i canti constano di un’ottava endecasillaba dove vi sono due rime che si alternano quattro volte.

I canti in grecanico possono essere originali o imitati. I canti originali sono tipicamente popolari; i canti imitati utilizzano come riferimento i canti calabresi.

Non vi è una grande produzione scritta dei canti grecanici poiché la popolazione li “recitava” oralmente e, di conseguenza, è possibile ritrovare molto poco nelle biblioteche. Da notare, anche, come manchi il tema politico nella produzione dei Greci di Calabria: le tematiche riguardano più che altro caccia, agricoltura, satira contro il padrone, contro i ricchi e contro le donne.

Il diffondersi del latino, il fascismo con il suo ostracismo verso lingue diverse dall’italiano e l’Unità d’Italia hanno contribuito negativamente alla tutela e alla conservazione del Greco di Calabria, sempre più limitato nel suo utilizzo in piccole comunità grecofone che ancora sopravvivono nel Meridione d’Italia. Anche in queste comunità, infatti, si sta progressivamente abbandonando questa lingua a favore dell’italiano, specialmente con le nuove generazioni. Nonostante l’attività di tutela messa in atto dalla l. 482/1999 (legge riguardante le minoranze linguistiche in Italia e la loro tutela), essa è rimasta sostanzialmente su carta e ha visto pochi risultati pratici (ad esempio solo pochi comuni dell’area grecofona hanno i cartelli stradali bilingui).

Sarebbe necessario, invece, riconoscere la giusta importanza di questa prestigiosa lingua simbolo di una cultura fondamentale per il territorio calabro.

 

[Testi di riferimento: Rodà D., La lingua mozzata, Kaleidon Editrice, Reggio Calabria, 2006.]